Dialogo aperto
2019 – Micheli e la pittura labronica:
il Novecento a Livorno fra tradizione e tradimenti
Siamo giunti alla vigilia di una data molto significativa per la vita artistica e culturale della città di Livorno: il 1920. In quell’anno nasce il “Gruppo Labronico”, muore a Parigi Amedeo Modigliani, nasce a Livorno Voltolino Fontani. La concomitanza di questi tre accadimenti ci sollecita a soffermarci su quanto sia stato vivace ed autonomo allo stesso tempo, il dibattito tra innovazione e tradizione che si è protratto per tutto il Novecento in questa città. Opere di Benvenuto Benvenuti, Voltolino Fontani, Giovanni Lomi, Guglielmo Micheli, Alfredo Muller, Renato Natali, Plinio Nomellini, Osvaldo Peruzzi, Mario Puccini, Gino Romiti ed altri, saranno materia di Dialogo Aperto 2019.
2018 – I Labronici, la tradizione, le avanguardie e la contemporaneità
Nasce a Livorno, agli inizi del ‘900, una storia particolare, quella dei pittori Labronici. Un accadimento che, come sostiene Vittorio Sgarbi, “si fa tradizione senza passato e senza futuro. Livorno esprime una lingua artistica che non è antica e non è moderna”.1 Tutto quello che succede a Livorno è difficile da definire, da inquadrare, se non forse alla luce delle stesse origini della città, una città creata più o meno dal nulla, inventata, progettata a tavolino potremmo dire. Città cosmopolita è Livorno, dove ci si unisce ma si rimane isolati. E qui, continua Sgarbi, “non ci si misura con il cronigramma dell’arte contemporanea, ignorando le avanguardie, il ritorno all’ordine, l’astrattismo”.O forse fingendo di ignorarle. Dialogo Aperto quest’anno punterà i riflettori su questo tratto, così sagacemente intuito da Sgarbi, attraverso alcuni dei protagonisti del pensiero figurativo labronico degli ultimi cento anni. Renato Natali, Benvenuto Benvenuti, Osvaldo Peruzzi, Voltolino Fontani, Marcello Landi, Enrico Bacci ed altri, sono personaggi tutti che, con animo libero, anarchico e livornese, raccontano il proprio viaggio, fuori da ogni schema e da ogni moda. Ne parleremo insieme.1 da “Il Giornale” del 10 aprile 2016Il genio dei Labronici. Pittori senza confini.
2017 – Silenzi e assonanze: Ottone Rosai e il ‘900 in Toscana
Quindici opere di Ottone Rosai provenienti da un’importante collezione fiorentina sono la base del nostro Dialogo Aperto, arrivato alla sua quinta edizione. E’ un viaggio attraverso il pensiero figurativo della Toscana del ‘900 nel quale, per vie diverse ma convergenti, possiamo osservare lo “spettacolo quotidiano” in bilico sul silenzioso confine tra realtà- oggettiva e realtà-percepita, tra ciò che è e ciò che appare. Il silenzio che si percepisce nei paesaggi luminosi, dai toni delicati di Rosai, come nel dipinto “Periferia” si scontra con il chiasso delle popolane livornesi di Renato Natali nel grande dipinto “Scali Rosciano” ed anche con la movimentata e folklotistica “Serenata” degli anni ’30, mentre ritroviamo quel senso di calma, solo apparente, nelle marine diGiovanni March e nel luminoso ed intenso “Sole sul mare” del divisionista Benvenuto Benvnuti.
Il Dialogo è Aperto davanti alle opere di Rosai, Nomellini, Colacicchi, Natali, Ram, Benvenuti, Fontani, March ed altri…ne parliamo insieme in Galleria.
31 Marzo – 13 Maggio
2015 – Il paesaggio tra realtà e astrazione
Sabato 28 marzo ore 17.30 – Il paesaggio è il tema aperto di questodialogo: Benvenuto Benvenuti, Mario De Maria, Voltolino Fontani, Amedeo Lori, Giovanni March, Renato Natali, Gino Romiti, Ottone Rosai, ed altri occuperanno la scena con le loro espressioni paesaggistiche.
Giorgio Morandi chiamava i suoi paesaggipaesi, intendendone evidenziare l’aspetto umano. Nel pensiero figurativo, già da alcuni secoli, tra l’uomo e l’ambiente si è stabilito un rapporto per così dire di “delega”: così come tutto ciò che ci circonda e le cose in genere (quindi anche la natura morta) influenzano i nostri sentimenti, allo stesso modo il nostro sentire riversa i propri moti, le proprie burrasche interiori, sulla rappresentazione dell’ambiente. La realtà assume, dunque, il ruolo di specchio della nostra interiorità, il riflesso di ciò che c’è ma non si vede. L’umanità appare assente o quanto meno marginalizzata, ma altrettanto persistentemente evocata.
Con questa mostra siamo nel cuore del Novecento, ad una tappa di un lungo percorso iniziato grosso modo nel sedicesimo secolo ed il cui punto di arrivo ancora è lontano dai nostri orizzonti visivi e culturali. Forse un punto di arrivo vero e proprio di tale percorso può non esserci, perché quello che è iniziato molti secoli fa lo si può considerare una specie di interminabile quanto affascinante viaggio verso il profondo.
2014 – Dal Mar Egeo all’Europa
Sabato 12 aprile 2014 ore 17:00
La Grecia di Omero, quella di Socrate e di Platone, la Grecia di Bisanzio e del Rinascimento, ma anche quella dei “colonnelli”, fino all’attuale Grecia della “crisi economica”: che cosa abbiamo a che fare noi con quel mondo? Abbiamo noi la percezione, la consapevolezza di quanto da sempre siamo, e per sempre saremo, debitori verso tale area culturale?
Dialogo aperto – dal Mar Egeo all’Europa – avrà proprio in questi interrogativi la “materia del suo canto”. Essere entrati in possesso di alcune opere di un importante artista greco del Novecento, Valias Semertzidis (1911-1983), è stata l’opportunità che ci ha spinto a relazionare il suo fare arte con quello dei nostri Benvenuti, Natali, Viani, Fontani e di altri ancora, per poterne cogliere le affinità ed anche le inevitabili differenze.
La Grecia prima e l’Italia subito dopo sono stati i più notevoli centri di produzione e di elaborazione del pensiero ed è anche la geografia di questi due paesi ad averne favorito l’indiscusso primato. Ecco perché dal Mar Egeo all’Europa: perché il Nostro Mediterraneo è stato e tuttora è, il teatro dell’incontro, spesso anche dello scontro, tra le civiltà e le loro culture.
La Grecia e l’Italia sono, quindi, le due grandi piattaforme che hanno permesso il transito di grandi idee e di grandi realizzazioni.
Dal Mar Egeo all’Europa prosegue con le opere di due artisti contemporanei, Enrico Bacci italiano e Bernard Guillot francese, che hanno indagato con sagacia su alcuni dei temi e dei miti portanti della Grecia arcaica e classica.
Pensiamo che siano rilevanti, irrinunciabili e soprattutto di grande attualità, le considerazioni che questa esposizione sollecita, perché tutto si può perdere, ma non la cultura e le nostre radici, valori che oggi appaiono a molti come secondari.
2013 – Fontani tra novecento e contemporaneità
Un’opera inedita di Voltolino Fontani, un olio su tavola di cm. 185×87 da noi titolata “Albergo di eterei silenzi” costituisce anche l’occasione per rivolgere lo sguardo alle successive evoluzioni espressive di questo protagonista dello scenario artistico novecentesco.
L’opera è riconducibile al ciclo de “La Canzone degli anni perduti” che chiude il periodo cosiddetto dell’”Espressionismo Psicologico” e che costituisce al contempo il punto di ri-partenza verso linguaggi nuovi che approdano anche a forme di astrattismo puro, astrattismo da lui peraltro affrontato fin dalla fine degli anni 40 del secolo scorso.
Significative opere di altri artisti, tra cui Benvenuti, Natali, Viani e Romiti, sono presenti in questa rassegna ad evidenziare un vivace ed interessante dialogo con Fontani, sia sotto l’aspetto stilistico che contenutistico.
Ma il dialogo continua nella contemporaneità.
Gli artisti Enrico Bacci, Mario Gavazzi, Massimo Lomi, Hemmes, Piero Pastacaldi, Francesco Pelleschi e Valentina Restivo, hanno reso omaggio a Voltolino Fontani creando per questa speciale circostanza opere ispirate dal suo lavoro.