Ruggero Alfredo Michahelles

 

Opere

Ruggero Alfredo Michahelles Nudo, olio su tela cm. 55×46

Ruggero Alfredo Michahelles La giapponese, olio su tela cm. 48,5×39,5

Ruggero Alfredo Michahelles Donne in preghiera, disegno a carboncino cm. 40×40

Ruggero Alfredo Michahelles Architettura, tempera cm. 11,5×8,5

Biografia

Ruggiero Alfredo Michahelles noto anche come RAM (Firenze 1898 –1976)

La sua è una famiglia cosmopolita, trascorre l’infanzia e l’adolescenza nella villa presso il Poggio Imperiale, già residenza e studio del suo bisnonno, lo scultore neoclassico statunitense Hiram Powers. Dall’età di 15 anni, inizia a frequentare lo studio del professor Marfori-Savini e quello del pittore statunitense Julius Rohlsoven.

Dal 1914 comincia l’attività espositiva e il lungo sodalizio con il fratello Ernesto Michahelles -Thayaht con il quale per anni condividerà progetti e manifesti programmatici. Nel 1920 collabora con il fratello Thayaht all’invenzione della TuTa, abito futurista ed egalitario, tagliato a forma di T, di semplice realizzazione ed economico in opposizione alla moda borghese. Verrà poi riproposta la versione femminile. Nel frattempo, prende parte alla vita artistica fiorentina, all’organizzazione della Corporazione Belle Arti e del I Sindacato delle Arti a Firenze. Nel 1921 vince, con il fratello Thayaht, il Concorso Nazionale “Premio Nazionale dell’Italica”, per il nuovo allestimento scenico dell’Aida. Aderisce intanto al “Gruppo Toscano Futurista” e a tutte le manifestazioni futuriste coniando lo pseudonimo “RAM”.

Dal 1925 al 1931 collabora a varie pubblicazioni editoriali, per le quali realizza copertine e illustrazioni. Realizza inoltre varie pubblicità e cartelloni, tra cui uno per la FIAT.

Nel 1927 a Parigi frequenta artisti quali Giorgio De Chirico, Giorgio Morandi, Massimo Campigli, Marino Marini, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Joan Mirò, Alberto Savinio, Ezra Pound ed altri.

Nel 1928 si tiene a Firenze la sua prima mostra personale e sempre in quell’anno espone alla XXVI Biennale di Venezia. Nel 1929 firmò il manifesto del Carnevale di Viareggio e la copertina della rivista ufficiale Viareggio in Maschera, copertina riutilizzata sulla stessa rivista nell’anno 2019.

Continua a fare esposizioni in mostre futuriste, tra cui, nel 1931, l’esposizione a Milano alla Mostra Futurista di Aeropittura e di Scenografia alla Galleria Pesaro. Nel 1931, partecipa alla Prima Quadriennale di Roma

Nel 1932 elabora il Manifesto per la trasformazione dell’abito maschile.

Dal 1931 al 1938 realizza a Parigi una serie di opere in stile definito da lui stesso neometafisico che uniscono il linguaggio della Metafisica con la pittura italiana, ma il lavoro parigino di quegli anni sarà quasi completamente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Al termine del conflitto, nel 1945, continuerà le sue ricerche pittoriche, appartato e in solitudine. In questo periodo comincia a rappresentare nella sua pittura figure di saltimbanchi.

Dalla seconda metà degli anni ’40 continua ad esporre fino al 1968 data della sua ultima personale fiorentina presso la Galleria Michelangelo in Palazzo Antinori.