Voltolino Fontani

 

Opere

Voltolino Fontani San Francesco, olio su tavola cm. 70×50

Voltolino Fontani La religiosa di Piazza Grande, carboncino cm. 100×70

Voltolino Fontani Informale 1963,olio su tela cm. 92×65

Voltolino Fontani  Gubbio, olio su tavola cm. 81×115

Voltolino Fontani  Strutture, olio su tavola, cm.70×50

Voltolino Fontani  Antico approdo, olio su masonite cm. 100×150

Biografia

Fontani Voltolino (Livorno 1920-1976). Si avvicina all’arte sin da giovanissimo, sotto la guida del maestro Beppe Guzzi. Autodidatta, appassionato di musica e di studi umanistici concentra il suo interesse sulla letteratura di W.Goethe e sulla filosofia di Rudolf Steiner. Appena diciottenne realizza un ciclo pittorico figurativo-simbolista dove lui stesso si raffigura come osservatore in ambientazioni cimiteriali che hanno per protagoniste fanciulle; tutte opere di grandi dimensioni e di tema filosofico. Iniziano subito per lui le prime esposizioni in Italia. Non smette di dipingere durante la seconda Guerra Mondiale, dalla quale verrà molto toccato e questo gli permetterà di realizzare opere di denuncia sugli orrori della guerra ed in particolare sull’Olocausto. Fontani partecipò attivamente all’acceso dibattito culturale che si sviluppò a Livorno nel dopoguerra: nel 1945 fu tra i fondatori del G.A.M. (Gruppo Artistico Moderno), con Mario Ferretti, Mario Nigro, Guido Favati e altri; nel 1947, riuscì a far aprire una scuola d’arte, che battezzò “A. Modigliani”, attiva fino al 1957.
Nel 1948 fondò, con altri, l’Eaismo (Era Atomica ISMO), di cui fu l’ideatore, movimento anteriore alle esperienze nucleari di Salvador Dalì. Nel 1951 Fontani entrò a far parte del Gruppo Labronico, di cui a lungo fu l’anima più progressista. Negli anni Cinquanta ebbe una stretta collaborazione con Bruno Giraldi, presso la cui galleria tenne mostre personali e collettive. Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta fu un pittore molto produttivo, che “dialogò” costantemente con il realismo e l’astrattismo, incontrando un grosso favore di pubblico e di critica, numerose le mostre in Italia. Fece parte del gruppo “Gli Ultimi”, verso la fine degli anni Cinquanta, con i compagni dell’avventura eaista Pellegrini e Landi e con altri giovani pittori emergenti. Nel 1966 ebbel’incarico di insegnante e direttore della Libera Accademia di Belle Arti “Trossi-Uberti” che portò fino al 1976.